Dicono di noi… Stefano Mesaglio

stefano-mesaglioQuando sento il suono della parola “Ritmea”, vasti spazi si aprono nel campo della mia memoria. Un bel salto all’indietro nel tempo. Colori, immagini, molti ricordi. Non voglio celebrare i vostri 20 anni con sfarzi, né con parole pompose, ammetto solo, in maniera facile e spontanea, che il piccolo mondo che la parola “Ritmea” per me incarna, rappresenta un nucleo centrale in ciò che la mia coscienza va ad identificare come “infanzia”.

Ricordo che far musica e suonare il violino rappresentava qualcosa di davvero speciale, sì, c’era qualcosa di diverso. Non nego che ogni tanto avrei preferito andare a tirare quattro calci al pallone, anziché stare in casa a studiare. Ma sono episodi. Mi stupiva anche il fatto che finalmente facessi qualcosa che mi piaceva ed allo stesso tempo piaceva anche agli altri, anche ai grandi! Cosa non da poco; un pupo si diverte ad infangarsi giocando a calcio ma è plausibile che sua madre non si diverta altrettanto a fare 10 lavatrici al giorno. D’altro canto se i genitori gonfiano il petto d’orgoglio quando loro figlio porta a casa bei voti, non è automatico che il pargolo in questione cominci ad adorare la scuola (nel mio caso non è di sicuro successo). Ma quando suonavo un buon concerto, che bella cosa era essere tutti contenti! Uno spirito che tutto accomuna e tutti unisce, questo aspetto del far musica mi affascina tremendamente ancora tutt’oggi.

Ma al di là di questo, ricordo tanti concerti, che bella cosa quel pezzo di legno da stringere, spremere, accarezzare, lusingare, per produrre melodie che portassero qual cosina a tutti. E poi i corsi a Forni (di Sopra o di Sotto? Non ricordo), tra lezioni e scampagnate, le prime esperienze d’orchestra, le amicizie. i concertoni-maratona allo Zanon, e tante altre esibizioni, i miei Vivaldi, Bach, Accolay, me li ricordo ancora molto intensamente, cosa strana per me che rivedo la mia infanzia in maniera piuttosto confusa…pure qualche competizione ho fatto, una volta (era Ravenna?) con la maestra Licia al seguito, mi perdoni se mi seguì più volte ed io ora non ricordo..qualche premio qua o là l’ho anche preso.

Non ho mai avuto talento per l’ordine, è difficile ora individuare degli aneddoti precisi e descriverli accuratamente. Poso solo pennellare un’impressione generale. La Ritmea mi piaceva perché mi faceva sentire speciale, più ricco, le cose attorno a me scintillavano più attraenti, avevo più appetito di fare, di vivere, la curiosità aveva un colore diverso. C’era una luce diversa nel mio osservare e nel mio meravigliarmi, al di là di tutto e di tutti, con tutto e con tutti, e continuo a trovare tutto questo genuinamente interessante ed irresistibilmente attraente anche molti anni dopo.

Smisi di frequentare la scuola in prima adolescenza. Iniziai ad andare a lezione in Austria da colui che sarebbe diventato il mio futuro professore, conosciuto sempre grazie ai corsi della Ritmea.

Dopo la matura, ho vissuto 4 anni a Klagenfurt, dove ho conseguito 2 diplomi con lode.

Ora ho un quartetto che è tutto per me, e studio a Berlino da un anno, in una delle migliori università musicali di tutto il mondo, suoniamo in tutta Europa.

Non mi interessa scrivere il mio curriculum qua ora, non scrivo di me ma scrivo per fare i miei più sentiti auguri alla mia vecchia scuola di musica e i più sentiti complimenti alle sue direttrici.

Specialmente ora che vivo in una grossa metropoli coi suoi ritmi incalzanti ed ad un livello professionale quasi spietato, ripenso con un sorriso nostalgico e caloroso alla semplicità di quelle prime esperienze, a quel fare musica come in famiglia, una dolce carezza allo spirito di noi pargoli ignari e sempre, ognuno a modo suo, coinvolti.

Spero numerosi futuri musicisti di livello possano ancora avere un inizio di “carriera”, o meglio di passione e di vera e propria innamoratissima scelta di vita, se il destino lo vuole, così naturale, sereno e semplicemente bello come lo ebbi io.

Auguro molti anni di successo ancora alla scuola di musica Ritmea, un “in bocca al lupo” e soprattutto un buon divertimento a tutti i giovani musicisti; ai genitori auguro di seguire con costanza ed altrettanta passione questa realtà, ed agli insegnanti di trovare quotidianamente qualcosa di nuovo e di sorprendente nel loro preziosissimo lavoro.

Tanti auguri, cara vecchia Ritmea!

Stefano Mesaglio

Primo Violino Furiant Quartet

Hochschule für Musik „Hanns Eisler“ Berlin

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